21 marzo a Pistoia 2015 incontro su “Sventola l’aquilone”, una madre di fronte al coming out di un figlio

SABATO 21 MARZO 2015 a PISTOIA, alle ore 16:00, la Sala Bigongiari della Biblioteca Comunale San Giorgio (via Pertini, snc), accoglierà l’incontro “Sempre mio figlio. I genitori di fronte alla scoperta dell’omosessualità di un Figlio”.
Ne parleremo con Donata Testa sfogliando le pagine del suo  libro “Sventola l’aquilone” (Editrice Sui, pp.69,  2013), la storia autobiografica di una “madre come tante, di una famiglia spensierata con due figli che crescono, tra la scuola i primi amori, dai differenti caratteri. Ma poi alla fine di un’estate, irruente come un acquazzone d’agosto, la rivelazione, la scoperta dell’omosessualità di un figlio. Lo smarrimento di una madre, il suo voler capire, comprendere, semplicemente amare. Con questo racconto delicato Donata Testa ci consegna una storia, quella di una madre, che ha il pregio di scuoterci e d’interrogarci. L’incontro è organizzato dall’associazione IVES (Integrarsi, Valorizzarsi, Emozionarsi, Sostenersi) di Pistoia, con la collaborazione del gruppo Kairos, cristiani omosessuali di Firenze, e del Progetto Gionata (www.gionata.org), all’interno della rassegna “Chi ha paura di OMO?”, realizzato in alleanza con Biblioteca San Giorgio.

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Ricordiamo che invece Venerdì 21 Marzo a Firenze l’autrice e alcuni genitori con figli gay affronteranno con il gruppo Kairos il tema “Il coming out visto dai genitori. Cinque genitori si confrontano su come hanno vissuto il coming out dei loro figli”. L’incontro avrà luogo nei locali della parrocchia fiorentina di cui il gruppo è ospite.

Evento Facebook di Pistoia> https://www.facebook.com/events/383815025131521/

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Infine, stufa com’è, stanca dell’anno trascorso a vedere e non sapere, a illudersi senza speranze, domanda in fretta:
– Chi è Massimo? – Un amico.
– È omosessuale? – Sì.
– Perché ti piace stare con lui? – Perché, banalmente, lo sono anch’io.
Ecco, è finita, l’ha detto. Di colpo niente è più segreto, niente è ancora da svelare. Finito, detto e finito. E la scelta dell’avverbio «banalmente» la sorprende e la confonde.
Come fa a essere banale? Cosa c’è di banale nel dichiararsi omosessuale? Edoardo, le parole le pesa, lo sappiamo, le usa con
garbo e rispetto, le centellina. E dunque immagina davvero banale la sofferta, travagliata scelta? Forse, quando arriviamo alla fine di un percorso, una volta saliti su, in alta quota, con uno sforzo bestiale ci guardiamo indietro, guardiamo il fondovalle e diciamo: Non era mica difficile, no, proprio una salita da niente, banale addirittura. È così? …
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Da “Sventola l’aquilone” di Donata Testa, pp.43-44