Noi genitori cattolici al Pride. Una giornata di festa dai mille colori

Testimonianza dei genitori Serena e Salvatore

Sabato scorso abbiamo preso parte al nostro primo pride a Bologna. Avevamo tanti pregiudizi nei confronti di questa sfilata che consideravano piena di eccessi e a tratti un po volgare. Ma, in questo cammino, se c’ è una cosa che abbiamo imparato è proprio di abbandonare il pregiudizio perché è un mondo che sempre ti stupisce.

All’inizio ti senti un pesce fuor d’ acqua , poi il frastuono, i colori, l’allegria ti coinvolgono e quella marea di persone in festa ti trascinano via, esattamente come farebbe un’onda nel mare. Quanta ragazze e ragazze dietro i quali, secondo noi, si nasconde la voglia incontenibile di gridare al mondo: “io ci sono, esistito ,ho bisogno di amare e soprattutto di essere amato“.

A noi , come genitori, veniva voglia di abbracciarlo tutti, di strngerli fra le braccia e coccolarli, quasi a voler sanare le ferite dei loro cuori che sappiamo, purtroppo essere tante, in alcuni casi trippe. Infatti abbiamo compreso che non è eccessivo il pride ma sono eccessivi i nostri giudizi, il nostro perbenismo e moralismo, queste si, vere e proprie maschere dietro le quali nascondiamo la nostra incapacità di accogliere incondizionatamente

Ci ha molto colpito il fatto che il nostro striscione attirasse tanta attenzione, noi che facciamo i catechisti da tanto tempo, abbiamo sentito la gioia e l’ entusiasmo di poter evangelizzare e portare l’ annuncio dell’ amore di Dio. Avremmo voluto gridare forte a tutti quei giovani: “Dio Padre c’è e ti ama così come sei“.

Lo abbiamo fatto col cuore, in mezzo a tanto frastuono e , con la nostra presenza abbiamo voluto dare proprio questo messaggio , non solo ai ragazzi/ e ma , soprattutto ai tanti genitori che ancora faticano ad accettare i propri figli così come soni semplicemente meravigliosi

Abbiamo pensato , insieme ad altri genitori, per il prissimo anno, di scegliere un pride al quale partecipare tutti insieme per manifestare il nostri “orgoglio” di essere genitori con figli LGBT, per gridare al mondo che siamo fieri dei nostri figli, magari ballando un po’ meno… non abbiamo più l’ età.